Ieri sera siamo tornati a Roma e abbiamo fatto una tripla distribuzione di coperte.
Abbiamo deciso di tornare nella capitale d’Italia perché dall’inizio dell’inverno a Roma sono già morte 8 persone, di freddo e indifferenza.
Otto persone senza dimora, senza un giaciglio, senza neanche una mangiatoia, che con la loro vita fragile e la pelle intirizzita se ne sono andate con pudore, addormentandosi piano e ingiustamente.
Come Sheep Italia ho accompagnato tre realtà che già operano nel territorio a fianco degli indeboliti e degli emarginati; e insieme abbiamo distribuito le nostre coperte, realizzate con quadratini provenienti da tutta Italia e assemblati dal lavoro paziente e meraviglioso delle nostre volontarie.
Ho incontrato Orlando.
Orlando ha una casa ma non ha il riscaldamento, cioè gliel’hanno staccato, e vive con la mamma di 94 anni che sta in carrozzina. Lui si prende cura di lei, non so come perché anche lui a vederlo non se la passava tanto bene. Però mi ha raccontato che la lava tutti i giorni, anche più volte al giorno, diciamo quando serve, e a lei serve abbastanza spesso.
Poi ogni tanto la porta giù per le scale, tenendola in braccio, come fosse una bambina piccola.
“Perché in braccio?” gli ho chiesto.
“Perché non c’è l’ascensore”.
Già, che domanda stupida.
Orlando ha preso una coperta per la mamma, “così gliela metto sulla schiena, così non la batte e sta calda”.
Poi ho parlato con un volontario, si chiama Luigi e mi ha chiesto da dove vengo.
“Vengo da Firenze”, gli ho risposto.
“Firenze, wow, ci sono stato! Conosco la stazione di Campo Marte, ma anche quella centrale, e poi la stazione di Lucca”.
Inizio a sospettare qualcosa.
“Anche la stazione di Arezzo la conosco bene”, mi dice.
Io lo guardo e lui mi spiega.
Luigi era un senza dimora e ora è diventato un volontario, ora torna a distribuire i pasti qualche sera ogni mese, e ieri sera a me ha dato una mano per distribuire le coperte.
Significa che c’è possibilità e che nonostante la sfiga, i topi, il freddo, qualcosa si può fare e cambiare è possibile. Ed è questo che ora mi porto dentro e mi tengo stretto, questo ho capito ieri dagli occhi di Luigi.
Qualche numero.
Ieri sera abbiamo portato 35 coperte a Nonna Roma, una realtà straordinaria, se non li conoscete agganciateli, valgono tutto il vostro affetto. E’ la foto scattata all’interno, con la signora di spalle.
Poi abbiamo portato 13 coperte ad Astra, una realtà bellissima e radicale, ho scoperto che il presidente è un mio collega, l’ho saputo dopo ma sono contento: certe storie finiscono sempre per toccarsi.
Abbiamo poi distribuito 30 coperte la sera, alla stazione Tuscolana, con la Comunità di sant’Egidio. E’ lì che ho incontrato Orlando e Luigi, e anche un ragazzino di dieci anni, con la mamma, che non so dove vivono ma sicuramente in un posto complicato. Anche loro hanno preso una coperta, e a lui ho detto: “Mia figlia più grande ha otto anni, sai? Quasi grande come te”. E poi me la sono vista davvero mia figlia Caterina lì, al posto suo, a dormire chissà dove.
Vogliamo cambiare il mondo, anche se non è facile, e vogliamo farlo in fretta.
PS. leggete anche l’ultima parte di questo messaggio, abbiamo bisogno di voi per inaugurare a fine gennaio il nostro quinto “corso di lana e sentimenti”.
Saverio Tommasi
presidente di SHEEP Italia
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“Coperte per senza dimora” è solo uno dei progetti che Sheep Italia porta avanti, grazie alle centinaia di persone che collaborano e sostengono i progetti in modo attivo.
IN PARTICOLARE oggi SHEEP è in grado di sostenere quattro corsi in quattro differenti realtà (salute mentale, donne rifugiate e anziani).
RACCOLTA FONDI: da metà gennaio vorremmo aprire il nostro QUINTO corso di lana e sentimenti. Per questo un mese fa abbiamo lanciato la “raccolta di Natale” per arrivare, entro metà gennaio, a 25 nuove donazioni regolari da 9 euro al mese. Oggi siamo arrivati a ventuno nuove sottoscrizioni e moltissime donazioni singole. Ormai manca davvero pochissimo e ce la possiamo fare. Noi ci crediamo.
Trovate tutti i modi per donare qui: www.sheepitalia.it .