Sono tre buste, e ogni busta contiene altre tre o quattro buste più piccole.
Ogni busta grande ha un cartellino, e ogni busta più piccola all’interno ha altri cartellini con dei nomi. Sono nomi di donne, italiane e straniere, che seguono i nostri gruppi di lavoro a maglia e “terapia umana”.
Le buste contengono lana e – in due casi – ferri da calza specifici.
In questo periodo di quarantena le persone sono a casa, alcune vivono insieme, altre in comunità, altre ancora da sole. E io questo pomeriggio ho portato loro alcuni gomitoli di lana per continuare i lavori che stanno facendo, lavori a maglia che non servono “solo a passare il tempo”, ma a “viverlo” e a renderlo “pieno e proprio”. La differenza c’è, si vede ed è una differenza enorme.
Vi racconto questo aneddoto: le buste con lana e ferri sono state composte da Sara, l’educatrice di SHEEP, che segue tutti gli incontri ed è una presenza costante e indispensabile insieme alle volontarie che materialmente insegnano alle donne a lavorare a maglia.
Bene: Sara ha composto le buste scegliendo la lana del tipo e del colore di quella che già le donne stavano lavorando, della grandezza più adatta ai loro gusti e al loro livello, scegliendo anche i ferri più adatti e poi scrivendo i bigliettini carini e nominativi sopra ogni busta.
Sara, fra le mille cose che fa, ha anche un file con tutti i lavori di ognuna e il punto in cui sono arrivate, continuando così a seguirne ogni sviluppo e ogni progresso.
Mi sembrava bello raccontarvelo. Noi non ci fermiamo.
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Saverio Tommasi
presidente di SHEEP